IL GIORNALE DI CASERTA - lunedì
8 luglio 2002 CASERTA - Grande successo per l'ultimo album di Tullio Pizzorno dal titolo "Trio Montmartre - Casa dolce casa", pubblicato lo scorso 26 giugno...dall'aprile 2001 Tullio incontra sulla sua strada il pianista jazz danese Niels Lan Doky, col quale inizia a collaborare nell'assemblare una scelta di famose canzoni italiane per aiutarlo a formare un ambizioso progetto discografico realizzato in Giappone dal produttore Makoto Kimata: l'album "Trio Montmartre - Casa dolce casa", pubblicato poi il 26 giugno 2002 in Giappone. Si tratta di un importante tributo alla grande canzone italiana (dopo il primo album "Trio Montmartre - Café en plein air" dedicato alla grande chanson française). Niels Lan Doky dichiara da subito la sua ammirazione per le qualità compositive, canore e anche tecniche di Tullio Pizzorno, che grazie al grande pianista ha l'onore di rientrare in un album tributo alla canzone italiana assieme a mitici compositori come Franz Schubert e Nino Rota. CASERTA
MUSICA.COM - 29 gennaio 2003 Entro poche settimane sarà disponibile anche in Italia l'album "Italian Ballads" del Trio Montmartre di Niels Lan Doky, che ha nel 2002 scalato le classifiche giapponesi dei migliori album jazz. All'interno del CD viene interpretato, accanto a grandi classici della musica italiana, anche il brano inedito "Che vuò sapé" di Tullio Pizzorno, musicista e cantautore casertano da anni coinvolto in operazioni discografiche di notevole valore, tra cui la collaborazione come autore con Mina. L'edizione europea, su etichetta francese SAPHIR e distribuita dalla compagnia belga CODA, ha titolo e copertina diversa dalla versione giapponese (che era intitolata "Casa dolce casa"). In occasione della pubblicazione del CD, abbiamo chiesto a Pizzorno di parlarci di sé e dei suoi progetti. Emilio: Parliamo innanzitutto dell'album "Italian Ballads", e di Niels Lan Doky... Pizzorno: Niels Lan Doky è un grandissimo artista - la sua personalità musicale ha interpretato in modo mirabile un pianismo che rievoca atmosfere tra Oscar Peterson e Bill Evans. Ho conosciuto Niels Lan Doky grazie a Gino Vannelli; dopo un prima collaborazione in un album di Niels nel '92, i due da allora hanno consolidato una forte intesa che ha portato Vannelli a produrre (e a comporre e cantare anche) nell' album pubblicato da Niels nel 2001 "Haitek Haiku" (vedi il sito www.doky.dk), ed insieme hanno suonato per il Papa nel Natale in Vaticano dell'anno scorso. Gino ha fatto in modo che Niels avesse il mio materiale, ed egli si è incredibilmente interessato al mio piccolo mondo musicale, fino al punto di chiedermi di aiutarlo ad assemblare canzoni note italiane che avrebbero dovuto far parte di un album/tributo alla canzone italiana (ovviamente rivisitato in formula trio jazz) ed arrivando ad includere tra esse anche una mia canzone: "Che vuò sapé". Questo lavoro fa parte di un progetto più ampio disegnato dal produttore giapponese Makoto Kimata: "Italian Ballads", infatti, arriva dopo "Café en plen air" dedicato alla chanson française. Emilio: Quale è il metodo di lavoro di Niels Lan Doky? Pizzorno: Quanto al metodo di lavoro di Niels, differentemente da "Haitek Haiku", che è un album moderno lavorato su più tracce, "Italian Ballads" è stato registrato allo Studio Ferbér di Parigi interamente in diretta, com'è giusto che sia un album/trio jazz con piano, basso acustico e batteria. Per ogni composizione sono state registrate però diversi "takes", e alla fine è chiaro che la scelta è caduta sulle registrazioni più suggestive, ma non c'è nulla di sovrainciso o ritoccato (se non i fades in fase di mastering). Grande il lavoro anche di Lars Danielsson (basso) e Jeff Boudreaux (batteria). Emilio: Stai lavorando al prossimo album? Pizzorno: Sì, sto lavorando al mio prossimo album, che pur essendo di canzoni italiane ha però ben poco d'italiano... Emilio: Quali sono i progetti in cui sei attualmente coinvolto? Pizzorno: Per quanto riguarda altri miei progetti, oltre a coinvolgimenti teatrali et similia, oltre ad altre cose con la "Signora Svizzera", in questo momento sto curando l'intera produzione e la composizione di un album di un noto vecchio gruppo italiano anni '70; il lavoro è pronto è presto ne sarà pubblicato un primo singolo, e sarà mia cura informarti debitamente! Emilio: Quali musicisti casertani suonano con te? Pizzorno: I musicisti (casertani) con i quali invece sto preparandomi per il mio live sono, finché vorranno esserlo, i miei grandi amici: l'incredibile talento disinvolto di Pietro Ventrone (sax soprano, contralto, flauto trav. e piano), il sempre mega Pietropaolo Veltre (basso) e l'elegante Aldo Fucile (batteria). Altri casertani coinvolti nella mia baracca sono anche il mio grande amico Giancarlo Della Ragione (musicista che per l'occasione però riveste un ruolo che definirei "total agent"), e lo scrittore/giornalista Gianluca Di Fratta, che ha tradotto il testo italiano di "Che vuò sapé" in Giapponese, Francese e Spagnolo... ebbene sì: comprese le versioni italiana e inglese l'ho cantata in 5 lingue... un'esperienza difficile ma in fondo divertente. - Emilio Di Donato IL MATTINO - mercoledì
19 febbraio 2003 Lo avevamo lasciato l'8 giugno del 2001 tra gli applausi del caloroso pubblico accorso al chiostro di Sant'Agostino per il suo ultimo concerto, che seguiva quello ancora più fortunato del 2000 al Leuciana Festival, e oggi ritroviamo Tullio Pizzorno tra i protagonisti della scena musicale italiana e internazionale, con la presentazione di un nuovo lavoro discografico e dell'ultima prestigiosa collaborazione con il famoso pianista jazz Niels Lan Doky. Nel frattempo, Tullio Pizzorno ha scritto le musiche di un'opera teatrale di Peter Handke, "Autodiffamazione", rappresentata lo scorso anno presso il Teatro Ricciardi di Capua dall'Associazione Culturale "I Guitti", e ha assistito al crescente successo del suo primo album da solita, intitolato "Un dubbio", ricco di melodie dal sapore classico, sempre efficaci ed evocative. Il disco del cantautore casertano, già autore di alcuni brani per Mina, ruotava attorno al tema del dubbio, simbolo della volontà di mettersi in discussione. Un'esigenza, questa, avvertita costantemente da Pizzorno lungo l'intero arco della sua ventennale carriera: dall'esordio negli anni 80 con il gruppo rock degli A3C, fino alla sua più recente attività di solista, tesa alla ricerca di sonorità nuove e complesse in seno alla tradizione italiana. Un lavoro che gli ha fruttato i complimenti di Lucio Battisti, di Mina. di Gianni Bella e di Gino Vannelli. E proprio grazie a Vannelli, Pizzorno ha intrapreso un'importante collaborazione col pianista danese Niels Lan Doky, jazzista di fama mondiale che si è esibito lo scorso Natale in Vaticano per Giovanni Paolo II. Lan Doky ha raccolto e riarrangiato in chiave jazz una selezione di famose canzoni italiane in un album realizzato in Giappone con il Trio Montmartre e pubblicato nel 2002 in Asia. Nel disco il jazzista danese ha incluso, insieme a brani di Schubert e di Nino Rota, anche la canzone di Pizzorno "Che vuò sapé", interpretata magistralmente con contrabbasso e batteria. Da questo mese l'album di Lan Doky è disponibile anche in Europa con un nuovo titolo: "Italian ballads". Inoltre dal settembre scorso Tullio Pizzorno si sta occupando della produzione completa dell'intero nuovo album di uno storico gruppo pop italiano, molto famoso negli anni 70: i Collage. Pizzorno ha composto per loro nove canzoni inedite, scrivendo musiche, testi, arrangiamenti, e curandone personalmente la direzione artistica. Proprio in questo mese è uscito il primo singolo, intitolato "Abitudini e no". - Fausto Greco Disques Jazz Niels Lan Doky Jazz Trio Italian Ballads (Blue Saphir) Danois (il est né à Copenhague il y a trente-huit ans), le pianiste Niels Lan Doky est venu au jazz sous les influences conjuguées de Thad Jones et d'Ernie Wilkins, alors expatriés dans le grand Nord européen. Ce qui l'a conduit à s'exiler à son tour à New York, dès le sortir du lycée, afin de s'y produire aux côtés des Joe Henderson, Charlie Haden, Clark Terry, Jack DeJohnette et autre John Scofield. Devenu superstar en son pays (il a même été classé dans le Top 10 du National Pop Chart scandinave), Niels Lan Doky est aussi le seul musicien de jazz à s'être à la fois produit devant Nelson Mandela et Jean Paul II, tout deux très amateurs de claviers jazzy. C'est d'ailleurs lors de son séjour au Vatican qu'il a ressenti, selon ses propres dires, «un violent coup de coeur pour l'Italie». Aussi, après s'être familiarisé avec le répertoire populaire local, a-t-il décidé d'enregistrer ce CD consacré à quelques fameuses mélodies transalpines empruntées à Domenico Modugno (Tu si na cosa grande), Lucio Dalla (Caruso), Zucchero (Il volo), Tullio Pizzorno (Chevuo sape) ou Pino Daniele (Che Ore so), qu'il décline ici, avec son habituel toucher arachnéen, en compagnie du contrebassiste Lars Danielson et du batteur Jeff Boudreaux. Un disque donc à déguster al dente. - Serge Loupien
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