IL
GIORNO - 18 ottobre 1995
Mina, quei vecchi biscotti inzuppati nella nostalgia
"
una bella idea complicata di Pizzorno: Di vista". -
Marco Mangiarotti
L'UNITA'
- mercoledì 18 ottobre 1995
Mina: ventun brani ventuno per una "Pappa
di latte" dai troppi sapori "
il
meglio sta forse nella più ambiziosa "Di vista", rarefatta
e d'atmosfera" - Diego Perugini
IL
GIORNALE di Caserta - sabato 28 ottobre 1995
La tigre di Cremona ha scelto Pizzorno
Mina, al secolo Anna Maria Mazzini, personaggio eclettico uscita
dal gruppo degli "Urlatori" (così venivano definiti
all'inizio degli anni '60 i cantanti che si ispiravano al rock). Dotata
di notevoli capacità vocali interpretative ha saputo rinnovare
e modellare il suo talento divenendo nel tempo un'interprete di qualità
e valore internazionale. Oggi è una persona schiva e apparentemente
irraggiungibile. Tullio Pizzorno, moderno "chansonnier" autodidatta
con una grande passione per la musica manifestata praticamente da sempre:
il suo primo strumento musicale lo ha avuto all'età di un anno
e mezzo, era la tromba delle caramelle Sperlari - come lui stesso ci
ha raccontato - lavora come compositore da anni. Aveva quasi dimenticato
di aver inviato un nastro con dei pezzi alla casa discografica PDU.
Qual è il nesso tra il cantautore casertano e il mito vivente
Mina? La PDU è la casa discografica di Mina dove dopo anni di
dura gavetta trascorsa nell'ombra il cantautore casertano è riuscito
a farsi notare. Chi lo ha scoperto è nientedimeno lei, la tigre
di Cremona, che lo chiama al telefono una mattina e gli comunica che
includerà nel suo ultimo disco (uscito in Italia il 20 ottobre)
un suo pezzo, "Di vista". Leggendo i testi di Tullio Pizzorno
si nota che essi sono frutto di una ricerca espressiva musicale e letteraria
molto ponderata. La sua lunga preparazione culturale e musicale ne hanno
fatto un artista molto sensibile. Dopo una lunga collaborazione con
oscar Avogadro, Gianni Prudente (ingegnere del suono di Lucio Battisti)
e altri, Pizzorno oggi compone testi che oscillano tra ironia, impegno
sociale, critica, politica e canzone d'amore. Lucidissimo spettatore,
dunque , di un mondo nel quale a colte si rivede e altre no. Caratteristica
della sua musica è una notevole tendenza all'introspezione con
cui affronta argomenti decisamente strani alle tematiche tipiche della
musica di consumo. La storia di Tullio sembra ricordarci quella di altri
cantautori italiani. E' un po' come Domenico Modugno la cui musica doveva
ben poco allo stile in voga alla fine degli anni '50 essendo piuttosto
una fusione tra la melodia meridionale e lo stile degli urlatori. E'
un po' come Lucio Battisti (di cui è ammiratore accanito) che
combinava la melodia latina con il suono anglosassone della Pop music.
In un'atmosfera di grandi cambiamenti dal punto di vista musicale (vedi
nomi quale Giorgia o i Dirotta su Cuba, per esempio), il cantautore
casertano si fa promotore di uno stile ispirato al sound di Gino Vannelli
(che dopo aver ascoltato la sua musica gli ha fatto telefonare dal suo
segretario personale per complimentarsi con lui) costruito essenzialmente
su tredicesime, su armonie un po' diverse, quindi, certamente non commerciali.
Mina lo ha capito subito quando ha ascoltato "Di vista", ha
voluto includere nel suo doppio il pezzo così com'era, facendo
modificare a Tullio solo una frase "ma cosa sente dentro chi lo
stringe al posto mio", "ma la cosa più bella - dice
Pizzorno - è che non lascia niente al caso, è una vera
professionista ma questo non serve che lo dica io - e sorride - ciò
che mi ha sorpreso veramente è che a lei interessava il mio mondo,
non solo le mie canzoni" . Tullio, che ti aspetta dopo Gino Vannelli
e Mina? Scoppia a ridere dicendo "Cosa posso volere di più?
Vediamo
se fosse possibile mi piacerebbe lavorare con Lucio Battisti".
Il suo sogno nel cassetto rimane quello di perfezionare il modello espressivo
senz'altro originale e di avere la possibilità di interpretare
le sue canzoni. - Magi Petrillo